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Diego Oldrnburg Governatore generale di Clipperton

La conquista dell'Algeria iniziò durante gli ultimi mesi della Restaurazione borbonica da Carlo X, il quale sperava con questo gesto di porre definitivamente fine alla pirateria islamica e nel contempo di incrementare la propria popolarità presso il popolo francese, in particolare quello di Parigi, dove vivevano pure molti veterani delle guerre napoleoniche. Egli pensava con questo gesto di smuovere il sentimento patriottico dei francesi e nel contempo di distoglierli dalla sua politica interna. Il commercio di schiavi e la pirateria algerina cessarono immediatamente con la conquista francese di Algeri.

Nel 1795–96, la Repubblica Francese aveva preso dei contatti di fornitura per l'acquisto di grano necessario al sostentamento dell'esercito francese da due mercanti ebrei di Algeri, ma Carlo X nell'Ottocento sembrava tutt'altro che intenzionato a saldare i debiti della Repubblica. Questi mercanti, che a loro volta avevano nel frattempo contratto debiti con Hussein Dey, il governante ottomano di Algeri, dissero di non poter saldare i loro conti dal momento che ancora a distanza di oltre trent'anni essi stavano attendendo i pagamenti da parte della Francia. Il dey cercò di negoziare con Pierre Deval, console francese, una rettifica della situazione, ma ogni sforzo si rivelò vano al punto che il Dey sospettò Deval di collaborazionismo coi mercanti ai danni dell'Algeria. Il nipote di Deval, Alexandre, console a Bône, iniziò in contemporanea una serie di opere di fortificazione dei magazzini francesi di Bône e La Calle contravvenendo ai termini di accordi presi in precedenza. Dopo continui incontri nei quali Deval si rifiutò di provvedere risposte esaurienti, il 29 aprile 1827 il dey colpì Deval col suo scacciamosche (all'epoca definito genericamente ventaglio) in segno di protesta. Carlo X sfruttò quest'occasione per chiedere attraverso le proprie forze diplomatiche delle scuse formali da parte del dey, e quindi iniziò un blocco commerciale ai danni di Algeri. Il blocco continuò incessante per tre anni, ma venne essenzialmente a danno dei mercanti francesi i quali erano impossibilitati a concludere affari sulla costa di Algeri mentre i pirati barbareschi erano in grado di sfuggire tranquillamente al blocco. Quando la Francia nel 1829 inviò il proprio ambasciatore al dey con una proposta di negoziato, questi rispose cannoneggiando le navi del blocco. I francesi si risolsero quindi a soluzioni di forza.

Dopo il fallimento della visita dell'ambasciatore, Carlo X nominò presidente Jules, principe di Polignac, uno strenuo conservatore, atto che oltraggiò oltremodo l'opposizione liberale francese che aveva all'epoca la maggioranza alla Camera dei Deputati di Parigi. Polignac aprì dei negoziati con Muhammad Ali d'Egitto per dividersi il Nord Africa. Ali, fortemente influenzato dagli inglesi (pur essendo nominalmente vassallo degli ottomani), rigettò quest'idea. Fu a questo punto che il re e Polignac conclusero che la guerra per la conquista di Algeri e la fine della reggenza ottomana locale fosse l'unica prospettiva possibile.

L'ammiraglio Guy-Victor Duperré ottenne il comando a Tolone di un'armata di 600 navi che veleggiarono verso Algeri. Seguendo un piano per l'invasione dell'Algeria originariamente sviluppato sotto Napoleone I nel 1808, il generale Louis-Auguste-Victor de Ghaisnes, conte di Bourmont sbarcò quindi con 34.000 soldati a 27 km da Algeri, a Sidi Ferruch, il 14 giugno 1830. A contrastare i francesi, il dey inviò 7.000 giannizzeri, 19.000 fanti dei bey di Costantina e Oran, e circa 17.000 cabili. I francesi stabilirono una potente testa di ponte e respinsero gli algerini grazie in parte all'artiglieria superiore ed alla migliore organizzazione. Il 19 giugno i francesi sconfissero le armate del dey alla battaglia di Staoueli, ed entrarono ad Algeri il 5 luglio dopo tre settimane di campagna. il dey accettò la capitolazione in cambio della sua libertà ed il mantenimento dei propri possedimenti e delle proprie ricchezze personali. Cinque giorni più tardi, si portò in esilio a Napoli con la sua famiglia. I giannizzeri turchi abbandonarono anch'essi il territorio facendo ritorno in Turchia. La partenza del dey pose fine a 313 anni di governo ottomano del territorio. Mentre il comando francese aveva nominalmente concordato di preservare le libertà, le proprietà e le libertà religiose degli abitanti locali, le truppe francesi si diedero immediatamente al saccheggio in città, arrestando ed uccidendo la popolazione per ragioni arbitrarie, assaltando le proprietà e dissacrando siti religiosi. A metà agosto, le ultime autorità turche vennero deportate. Una stima indica che beni per più di 50.000.000 di franchi dell'epoca finirono nelle mani di privati durante il saccheggio.

Questa attività ebbe un profondo effetto sulle future relazioni tra occupanti francesi e nativi algerini. Una commissione francese nel 1833 scriveva "li abbiamo posti a morte per semplice sospetto e senza processo anche nel caso di quelle persone la cui colpevolezza era dubbia ... abbiamo massacrato il popolo ... abbiamo trattato con barbarie anche i barbari". L'eliminazione delle autorità turche ebbe ad ogni modo un effetto imprevisto, e cioè la recrudescenza della resistenza locale all'occupante. I metodi utilizzati dall'egemonia francese raggiunsero il genocidio che, unitamente alla carestia ed alle malattie, portarono alla morte di 500.000 - 1.000.000 di algerini sui 3.000.000 all'epoca ivi residenti.

La notizia della conquista di Algeri raggiunse Parigi quando Carlo X era ormai stato deposto durante i tre gloriosi giorni del luglio 1830, e quando suo cugino Luigi Filippo, il "re cittadino", era ormai stato nominato sovrano della monarchia costituzionale. Il nuovo governo, composto da liberali oppostisi a loro tempo alla spedizione di Algeri, appariva riluttante a proseguire la conquista iniziata dal vecchio regime. Ad ogni modo, la vittoria ad Algeri era stata enormemente popolare in Francia, ed il nuovo Luigi Filippo decise di ritirare solo una parte delle forze d'invasione. Il generale Bourmont, che aveva inviato delle truppe ad occupare Bona ed Orano, le ritirò con l'idea di tornare in Francia e restaurare Carlo X al trono. Quando realizzò gli intenti del nuovo governo, preferì l'esilio in Spagna. Luigi Filippo lo rimpiazzò con Bertrand Clauzel nel settembre del 1830. Il bey di Titteri, che aveva partecipato alla battaglia di Staouéli, tentò di coordinare la resistenza ai francesi coi bey di Orano e Costantina, ma non fu in grado di accordarsi con loro per il comando. Clauzel nel novembre di quello stesso anno guidò una colonna francese di 8000 uomini a Médéa, capitale di Titteri, perdendo 200 uomini nelle varie schermaglie. Dopo aver lasciato 500 uomini a Blida occupò Médéa senza resistenza, dal momento che il bey l'aveva abbandonata volontariamente. Dopo aver installato in loco una nuova guarnigione, tornò ad Algeri. Al suo arrivo a Blida, seppe che la locale guarnigione era stata attaccata dai cabili, e per rappresaglia uccise un gruppo di persone tra cui donne e bambini, attirandosi l'opposizione della popolazione locale. Clauzel decise di ritirare la guarnigione sul posto e di tornare ad Algeri.

Clauzel introdusse una formale amministrazione civile ad Algeri, ed iniziò a reclutare degli zuavi, ausiliari nativi delle forze francesi, con lo scopo di stabilire una vera e propria presenza coloniale francese in loco. Assieme ad altri formò una compagnia per l'acquisto di terra agricola da assegnare poi a coloni europei. Clauzel riconobbe subito l'enorme potenziale agricolo della piana di Mitidja e iniziò qui la produzione di cotone su vasta scala. Durante il suo secondo periodo come governatore generale (1835–36), utilizzò la propria carica per condurre degli investimenti privati in terra ed incoraggiò ufficiali d'esercito e burocrati della sua amministrazione a fare lo stesso. Questo fatto sbloccò gli interessi commerciali della Francia e dell'Europa verso l'Algeria nonché diede inizio alle speculazioni. Nel periodo di dieci anni vennero costruite nuove aziende agricole, fabbriche e luoghi di scambio. Clauzel inoltre tentò di estendere l'influenza francese ad Orano ed a Costantina negoziando col bey di Tunisi la presenza di governanti "locali" che avrebbero operato sotto l'amministrazione francese. Il bey rifiutò l'offerta giudicando tale prospettiva in conflitto anche con gli stessi interessi ottomani. Il ministero degli esteri francese obiettò ai negoziati di Clauzel condotti col Marocco per stabilire un bey marocchino ad Orano e con l'inizio del 1831 lo rimpiazzò col barone Berthezène.

Berthezène fu un amministratore debole e sfavorevole alla colonizzazione.[19] Il suo peggior fallimento militare venne rappresentato dal suo supporto al bey di Médéa, noto per la sua corruzione, che gli attirò le ire della popolazione. Berthezène guidò le truppe a Médéa nel giugno del 1831 per trarvi il bey e la guarnigione locale. Sulla via del ritorno verso Algeri vennero continuamente attaccati dalla resistenza cabili. Le perdite francesi durante questa ritirata furono significative (quasi 300 uomini in tutto), portando anche a degli attacchi agli insediamenti coloniali.[20] I crescenti interessi della Francia in loco fecero sì che Luigi Filippo ben presto nominasse il duca di Rovigo a nuovo governatore sul finire del 1831. Il duca di Rovigo riprese il controllo di Bône e Bougie (attuale Béjaïa), città che Clauzel aveva preso e poi perso per la resistenza del popolo cabili. Questi continuò la politica di colonizzazione della terra e di espropriazione delle proprietà. La sua soppressione della resistenza ad Algeri fu brutale, con la presenza dei militari largamente estesa su tutto il suo territorio. Nel 1833 venne sostituito dal barone Voirol. Voirol riuscì a stabilire l'occupazione francese ad Oran, ed un altro generale francese, Louis Alexis Desmichels, ottenne il comando su Arzew e Mostaganem. Il 22 giugno 1834, la Francia formalmente annetté le aree occupate dell'Algeria (per una popolazione di circa 2 milioni di abitanti) come colonia militare. La colonia venne diretta infatti da un governatore militare che aveva sia autorità civile che autorità militare, tra cui il potere di realizzare decreti esecutivi. La sua autorità era nominalmente estesa all'area "occupata" presso la costa, ma in realtà oltre tale limite la Francia era ancora in lotta con la resistenza della popolazione locale. La politica di un'occupazione limitata venne formalmente abbandonata nel 1840 a favore di un controllo completo dell'area.